La chitarra a dieci corde non è un’invenzione del nostro secolo. Già nella prima metà del XIX secolo, Ferdinando Carulli brevettò, in collaborazione con il celebre liutaio René Lacote, una chitarra a dieci corde con bassi non tastati e proprio per questo strumento scrisse un metodo.
In tempi recenti, la rinascita del decacordo si deve principalmente alle figure di Narciso Yepes e Maurice Ohana i quali, in collaborazione con José Ramirez, arrivarono a concepire uno strumento nel quale tutte le corde fossero tastate. La particolare accordatura rientrante era, nelle intenzioni, un modo per superare il problema delle note che, nello strumento tradizionale, non godono di particolare risonanza. Note come fa#, do e sol# godono del sostegno dato dalla risonanza per simpatia con le corde a vuoto.
- Mi2
- Si2
- Sol2
- Re2
- La1
- Mi1
- Do1
- Sib1
- Lab1
- Solb1
Di fatto, questa accordatura è stata croce e delizia del decacordo: delizia, perché ha ampliato estensione e possibilità timbriche dello strumento tradizionale; croce, perché ha complicato – e non di poco – la difficoltà esecutiva.
Ho deciso di ripartire dal sistema Yepes e dalle sue suggestioni per provare a rilanciare questo particolare tipo di chitarra. Di seguito elenco alcuni dei brani che ho commissionato per decacordo alla Yepes o che, nati per decacordo con bassi diatonici, sto adattando per il sistema Yepes con l’autorizzazione dell’autore.
Stefano Alessandretti – Dodici studi per chitarra a dieci corde
Giorgio Colombo Taccani – Rosso fuoco
Marco De Biasi – Toccata
Dan Di Maggio – Hidden in plain sight
Raul Masu – Sette aforismi di genere
Aurelio Samorì – Preludi(o)